Rubrica Mondiale - Capitolo 1 :Uruguay 1930

05.06.2018

di Alessandro Montano

L'Italia è sull'orlo di una crisi. No, non mi riferisco a quella economica, politica e sociale che sembra ormai attanagliare il nostro stato. Mi riferisco alla crisi di nervi che tra qualche giorno saremo costretti a vivere guardando l'evento calcistico più atteso degli ultimi 4 anni.

 Il Mondiale vedrà la clamorosa assenza dell'Italia dalla lista dei suoi partecipanti, e di questo dobbiamo farcene una ragione. Perciò prima dell'inizio della competizione iridata di Russia 2018, abbiamo pensato di proporvi una rubrica per ripercorrere le tappe più importanti della storia dei Mondiali di Calcio, dai suoi esordi, fino ai giorni nostri.
Siete pronti per questa full immersion tra gli aneddoti, le curiosità e i personaggi che hanno contraddistinto la FIFA WORLD CUP?

Dopo una prima presentazione cercheremo di mantenere 3 descrizioni fisse:

L'EROE DEL TORNEO, CURIOSITA', ERANO ALTRI TEMPI.

CAPITOLO 1: URUGUAY 1930.

PAESE OSPITANTE: URUGUAY

NAZIONALE VINCITRICE: URUGUAY

La storia dei Mondiali di calcio nasce nel 1930, per volere del presidente della FIFA Jules Rimet, dal quale prende nome anche la caratteristica coppa che premia la squadra campione. L'Uruguay venne scelto come paese ospitante e la decisione fece storcere il naso a diverse federazioni europee. Scozia e Inghilterra declinarono l'invito in quanto si reputavano superiori per "diritto di invenzione" dello sport e in base a tale principio stabilirono di non aver bisogno di dimostrare a nessuno che loro già erano i migliori. La mancata partecipazione dell' Italia invece non ebbe mai una giustificazione ufficiale, ma il pensiero comune era che la federazione Italiana rifiutò la partecipazione per motivi opportunistici: erano molti i club italiani che erano soliti tesserare calciatori uruguaiani i quali venivano naturalizzati e spesso venivano convocati con la nazionale azzurra. Per questo i rapporti tra le due federazioni non furono mai molto cordiali almeno fino al dopoguerra.

Le squadre partecipanti furono: URUGUAY, ARGENTINA, BRASILE, PERU', BOLIVIA, PARAGUAY, CILE, MESSICO, USA, BELGIO, JUGOSLAVIA, FRANCIA E ROMANIA; ma a pochi mesi dalla competizione le federazioni europee ancora non avevano confermato la partecipazione. La motivazione principale erano le condizioni di viaggio che gli atleti avrebbe dovuto sopportare:

le quattro squadre europee viaggiarono tutte sul Conte Verde, un piroscafo italiano che trasportava anche normali passeggeri diretti in Sud America, sul ponte del quale le squadra si allenavano a turno.

Lucien Laurent, calciatore francese, racconta come spesso i viaggiatori del piroscafo si lamentassero del fatto che le loro cene spesso venivano interrotte da palloni da calcio piovuti sulle tavole; o del fatto che all'arrivo in Uruguay la squadra francese non avesse più alcun pallone perché erano tutti finiti in mare.

Per l'occasione venne costruito in soli 5 mesi un mega stadio da 90.000 spettatori, il CENTENARIO, ribattezzato da Rimet stesso "il tempio del calcio", che dal momento della sua inaugurazione( sei giorni dopo il previsto e in occasione dell'esordio dei padroni di casa), ospitò tutte le partite.

Gli stadi Sudamericani erano ben noti per essere degli ambienti "caldi", ed infatti diverse partite registrarono scontri sia sugli spalti che nel rettangolo di gioco.

Le squadre che riuscirono a sbaragliare la concorrenza e ad aggiudicarsi il pass per la finale furono Argentina ed Uruguay, le squadre favorite fin dall'inizio alla vittoria finale. La partita finì 4 a 2 per i padroni di casa, non senza il solito strascico di polemiche che ogni edizione dei mondiali avrebbe confermato ogni 4 anni.

L'EROE DEL TORNEO: L'arbitro della finale, il belga John Langenus, pochi giorni prima della gara, temendo per la sua incolumità, pretese dalla FIFA un'assicurazione sulla vita ed una nave pronta a salpare in caso le cose si fossero messe male.

CURIOSITA': La finale venne giocata con due diversi palloni: il primo tempo con quello portato dagli argentini, il secondo con quello dei padroni di casa.

ERANO ALTRI TEMPI: Il centravanti argentino titolare Manuel Ferreira rinunciò alla prima partita con la sua Argentina perché doveva sostenere un esame universitario, proprio come Gianluigi Donnarumma quasi cento anni più tardi...

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