Rubrica Mondiale - Capitolo 2: Italia 1934

06.06.2018

di Alessandro Montano

L'Italia è sull'orlo di una crisi. No, non mi riferisco a quella economica, politica e sociale che sembra ormai attanagliare il nostro stato. Mi riferisco alla crisi di nervi che tra qualche giorno saremo costretti a vivere guardando l'evento calcistico più atteso degli ultimi 4 anni.

Il Mondiale vedrà la clamorosa assenza dell'Italia dalla lista dei suoi partecipanti, e di questo dobbiamo farcene una ragione. Perciò prima dell'inizio della competizione iridata di Russia 2018, abbiamo pensato di proporvi una rubrica per ripercorrere le tappe più importanti della storia dei Mondiali di Calcio, dai suoi esordi, fino ai giorni nostri.
Siete pronti per questa full immersion tra gli aneddoti, le curiosità e i personaggi che hanno contraddistinto la FIFA WORLD CUP?

Dopo una prima presentazione cercheremo di mantenere 3 descrizioni fisse:

L'EROE DEL TORNEO, CURIOSITA', ERANO ALTRI TEMPI.

CAPITOLO 2: ITALIA 1934.

PAESE OSPITANTE: ITALIA

NAZIONALE VINCITRICE: ITALIA

"Si dice che il battito d'ali di una farfalla può scatenare un uragano dall'altra parte del mondo". Tranquilli, non vi annoierò con un'esposizione filosofica di tipo olistico sul perché gli eventi più insignificanti possono avere un ruolo fondamentale in questioni molto importanti, ma sembrava un modo figo per dirvi che la situazione politica europea del periodo precedente alla seconda edizione del Mondiale ha giocato un ruolo fondamentale anche sulla competizione iridata.

L'Italia fascista non aspettava occasione migliore per aumentare il suo spessore internazionale nello scacchiere europeo e del resto il regime aveva sempre dato largo spazio alla cultura sportiva, aldilà delle motivazioni di fondo. L'evento venne sfruttato per migliorare quindi l'immagine del paese, e funzionò come motore per l'economia dello stato: vennero costruiti stadi, strade, e le aziende italiane ebbero modo di beneficiare di sgravi fiscali importanti.

A disertare la competizione furono non solo le nazionali britanniche, ancora convinte della loro superiorità, ma anche i campioni in carica dell' Uruguay, ancora offesi dallo smacco italiano di quattro anni prima. Le altre big sudamericane, Argentina e Brasile, inviarono squadra prive dei campionissimi di primo livello ed imbottite di giocatori delle serie inferiori temendo una razzia di talenti oriundi da parte della nazionale italiana: già naturalizzati italiani erano infatti Luis Felipe Monti, Attilio Josè Dimaria, Enrique Gaita e Raimundo Orsi, tutti argentini, più il brasiliano Amphiloquio Marques Guarisi, famoso in patria come Flò.

Alla fase finale, che venne disputata in 8 diversi stadi costruiti o rimessi a nuovo per l'occasione, parteciparono 16 squadre: SVEZIA, SVIZZERA, GERMANIA, SPAGNA, ITALIA, FRANCIA, CECOSLOVACCHIA, UNGHERIA, AUSTRIA, PAESI BASSI, BELGIO, ROMANIA, EGITTO, USA, BRASILE e ARGENTINA.

La formazione italiana riusci ad imporsi su tutte le altre, battendo in finale in rimonta per 2a1 una più quotata Cecoslovacchia, ma durante il percorso riuscì ad avere la meglio anche contro formazioni del calibro dell'Austria, considerata la migliore squadra al mondo. Memorabile fu la sfida dei quarti di finale contro la Spagna, che venne disputata due volte, in quanto dopo il pareggio non erano previsti i rigori.

L'Italia non era certamente partita con il favore dei pronostici, ma riuscì a portare a casa l'ormai famosa Coppa Rimet. Un must che si ripeterà ad ogni vittoria iridata degli azzurri.

L'EROE DEL TORNEO: Peppino Meazza, il bomber dal quale lo stadio di Milano prende il nome, e non per i suoi gol (che in quell'edizione furono due), ma perché, appassionato di poker, si giocò l'intero premio finale (20.000 lire, con le quali al tempo compravi un appartamento in centro a Roma) con i compagni di squadra. L'episodio venne raccontato da Felice Borel nell'86.

CURIOSITA': Degli 8 stadi costruiti per il campionato Mondiale del 1934 cinque sono tutt'ora utilizzati da squadre di serie A (stadio Renato Dall'ara di Bologna, stadio Artemio Franchi di Firenze, stadio Luigi Ferraris di Genova, stadio Giuseppe Meazza di Milano e lo stadio Olimpico Grande Torino di Torino). Il millenovecentotrentaquattro era 84 anni fa.

ERANO ALTRI TEMPI: Il leggendario portiere della nazionale spagnola Ricardo Zamora Martinez rifiutò di scendere in campo nella ripetizione dei quarti di finale contro l'Italia per protesta contro l'arbitraggio della partita precedente che, a detta del calciatore iberico, favorì in maniera palese il passaggio del turno agli italiani. NON HA MAI PARLATO DI FRUTTINI!!!

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