La Decrescita felice.

28.02.2018

di Egidio Ambrosone

La Decrescita felice è una corrente di pensiero economico, sociale e politica favorevole alla riduzione controllata e volontaria della produzione economica sia dei beni che dei dei consumi, che di qualsiasi altro servizio o prodotto consumistico. Con l'obiettivo di stabilire relazioni di equilibrio ecologico ed economico fra l'uomo e la natura ovvero uno sviluppo sostenibile in termini di indici e di idee di sviluppo di fronte anche al rapporto sui limiti dello sviluppo, nonché di equità fra gli esseri umani.

Serge Latouche, uno dei principali fautori di tale corrente, presidente dell'associazione La ligne d'horizon, professore di scienze economiche all'Università di Parigi XI e all'Institut d'études du developement économique et social (IEDES) di Parigi. Rappresenta uno dei diversi  intellettuali che si sono posti in contraddizione al modello di sviluppo economico occidentale. Egli esplica le concezioni di Marcel Mauss, di Ivan Illich e rivendica la liberazione della società occidentale dalla dimensione universale economicista. Latouche critica la creazione ideologica occidentale di una società imperialista che in nome della propria identità, come dice Rino Genovese, pretendendo d'imporre un imperialismo culturale al resto del mondo. 


Si ritiene a riguardo che le forti basi della cultura economico occidentale risiedano nella produzione materiale di beni e nell'aumento del profitto. Parlare di decrescita significa immaginare e sviluppare non solo un nuovo tipo di economia, ma anche un nuovo tipo di società. Essa mette in discussione le principali istituzioni politoco-economiche, al fine di renderle compatibili con la sostenibilità ecologica. La decrescita professa un rapporto armonico tra uomo e natura, dove la giustizia sociale e l'autogoverno dei territori, restituiscano una possibilità di futuro a una civiltà che, sempre di più crea il sentore dell'autodistruzione.

Negli anni '80, grazie al patto Buntesland , l' occidente pone per la prima volta la definizione di sostenibilità. Cioè la capacità di creare quelle condizioni essenziali per la vita uomana e la vitalità del pianeta, sia per le generazioni presenti che per le generazioni furute.

Nata inizialmente come una critica alle dinamiche economiche europee e americane, il progetto della decrescita è posto da un insieme variegato di proposte innovative e riflessioni. Esse investono la sfera ecologica, sociale, politica e culturale, produttiva, alimentare, dell' energia oltre a una molteplicità di "buone pratiche" (dai Distretti di Economia Solidale all'agricoltura biologica e alla permacultura, dai gruppi solidali alla difesa dei territori e dei beni comuni, dal risparmio energetico al consumo critico, dalla green alla sharing economy).

La permacultura è una metodologia per progettare e gestire paesaggi antropizzati in modo che siano in grado di soddisfare bisogni della popolazione quali cibo, fibre, energia ed al contempo presentino la resilienza della ricchezza e stabilità degli ecosistemi naturali. 

Nel 1968 il Club di Roma diretto da Aurelio Peccei, con sede a Winterthur in Svizzera, chiese ad alcuni studiosi del Massachusetts Institute of Technology di creare un'analisi che indicasse soluzioni pratiche per le varie problematiche ambientali su scala globale. Il rapporto venne pubblicato nel 1972 con il nome di Rapporto sui limiti dello sviluppo e divenne il primo studio che evidenziava i pericoli della repentina crescita che il mondo stava sperimentando. Documento, conosciuto anche con il nome di rapporto di Meadows, che rappresenta il primo studio scientifico d'individuazione della crescita economica come la principale causa dei problemi ambientali come l'inquinamento.

Latuche parla delle "8 R" per  risolvere e trasformare le varie problematiche occdentali in risorse: Rivalutare, ridefinire, ristrutturare, ridistribuire, ricontestualizzare, rilocalizzare, ridurre, ricilcare e riusare.

Sul tema della decrescita si è sviluppato un universo di idee sostenuto da movimenti culturali alternativi, anticonsumisti, anticapitalisti ed ecologisti. Le idee intendono proporre modelli culturali alternativi al consumismo e superare il principio della crescita economica. 

Il termine "decrescita" compare per la prima volta nel 1972 tramite la penna di André Gorz e poi nel 1979 nel titolo della traduzione francese di un'opera di Georgescu-Roegen "Demain la Décroissance". Altre importanti anticipazioni possono essere ritrovate nei lavori pubblicati da parte del Club di Roma, di Ivan Illich, sulle posizioni riprese da Latouche e da altri economisti contemporanei.

Il concetto di decrescita si fonda sull'ipotesi che produrre di più crei maggior consumo, energia e materie prime, mentre fondamentale è diminuisce l'importanza della forza lavoro sostituita dalle macchine. Questa analisi è considerata fondamentale da coloro che affermano che un diverso sviluppo tecnologico ci consentirebbe di produrre di più con meno costi, fornendo maggiori ed ulteriori servizi. Questa teoria è conosciuta come distruzione creativa, cioè il processo per cui le vecchie produzioni (con le loro tecnologie costose e inquinanti) scompaiono dal mercato come risultato dell'innovazione, abbassando i costi e consumando meno energia e materie prime pur accrescendo la produttività. Allo stesso tempo la riduzione dei costi e l'aumento dei profitti consente maggiori investimenti in nuovo sviluppo tecnologico, che andrà a rimpiazzare le vecchie tecnologie più inquinanti. Per tale motivo le tecnologie che riducono l'utilizzo di risorse e incrementano l'efficienza sono spesso indicate come soluzioni sostenibili o "verdi". 

"La globalizzazione è stata per il capitalismo una tappa decisiva sulla strada della scomparsa di ogni limite. Infatti permette di investire e disinvestire dove si vuole e quando si vuole, a discapito degli uomini e della biosfera." 

                                                                                                 Serge Latuche

Serge Latuche
Serge Latuche

La propaganda della decrescita è posta  sull' idea che le risorse naturali sono limitate e che vengono gestite in modo iniquo e disugualitario; La decrescita è uno mezzo per creare una equa redistribuzione delle risorse tra tutti i suoi abitanti, perseguendo il principio dell'eguaglianza tra i popoli. I Paesi più ricchi dovrebbero ridurre i loro standard di vita quotidiana attuando un processo di decrescita, limitando i consumi e sviluppando modelli energicamente autosufficienti. Ma la decrescita non è solo una questione quantitativa, ma anche e soprattutto, un riordino paradigmatico dei valori, in particolare la (ri)affermazione dei valori sociali ed ecologici e la (ri)politicizzazione dell'economia.

L' interprete italiano più famoso dell' ideologo Latuche, è Maurizio Pallante. Professore e preside scolastico, ha svolto importanti attività di ricerca e divulgazione scientifica sui rapporti tra ecologia, tecnologia ed economia, con particolare riferimento alle tecnologie ambientali.

Nel 2007 è stato il fondatore del Movimento per la Decrescita Felice in Italia, di cui è stato presidente fino al 2015. È autore di molti saggi pubblicati da diverse case editrici e ha collaborato con diverse testate giornalistiche. Tra l'altro, collabora con Caterpillar, è membro del comitato scientifico della campagna sul risparmio energetico M'illumino di meno e della testata online di informazione ecologica "Terranauta". Il suo libro "La decrescita felice", pubblicato nel 2005 da un inconfutabile indirizzo politico-amministrativo di determinazione del nuovo piano energetico nazionale ribadendo che l'economia basata sulla crescita del PIL rappresenta un inganno perché pretende di rispecchiare il benessere di una società, ma in realtà si limita a calcolare la quantità delle merci prodotte, consumate e gestite sia da famiglie che da aziende. 


Ma come testimoniano i tempi, nell' ultimo decennio, diverse sono le idee che hanno rappresentato innovazione e sostenibilità. Rob Hopkins è un professore di Permacultura che nel 2007 crea il TTT, un organizzazione che si premette di comprendere e sviluppare vari gruppi di attività in chiave eco-sostenibile. Dalle attività di produzione edilizia, alimentazione, sanità ed energia. La TTT venne finanziata interamente dal Ministero dell' Energia britannico, creando il progetto denominato Strade di transizione. 

Un' organizzazione scentifica composta da vari studiosi e spaecialisti che pongono in un'idea innovativa e sostenibile di sviluppo infrastrutturale per le condizioni essenziali della sopravvivenza umana. Un mondo che cambia tramite alcune nazioni come la Gran Bretagna, ma in generale l'Europa è il continente che più degli altri sta mostrando una forte propensione al cambiamento sostenibile. Diversamente che in Italia dove nel 2017 è stato consentito di trivellare nell'Adriatico alla ricerca del petrolio ( grazie al mancato quorum raggiunto dai cittadini italiani nel referendum sblocca-italia). 

Mentre il dato preoccupante è rappresentato dai nuovi paesi in via di sviluppo. Essi mostrano una bassa propensione al cambiamento. Parliamo delle nazioni indicate per gli economisti dall' acronimo BRIC (Brasile, Russia, India e Cina) che mostrano ancora oggi una propensione improntata sui vecchi schermi. legata anche da decenni d' investimenti sulle strade tracciate dagli occidentali o dalle risorse di tali paesi.

Ranins, Stiglhitz e Stewarts, tre dei più importanti economisti oggi esistenti, grazie anche al contributo dell' Handbook of Human Devolpment, parlano di 2 catene che definiscono lo sviluppo della crescita economica come riserva per la cresicta dello sviluppo umano. La Grow Economic. crea istruzione, salute e nustrizione in funzione dello Human Devolpmen che aumenta la produzione della tecnologia e dell' innovazione. Due catente che si auto compensano in funzione dello sviluppo umano.

Per diverso tempo noi occidentali abbiamo basato la convinzione di un' idea errata di sviluppo e crescita. Tanti tra economisti, politici e sociologi affermano da qualche decennio un'idea inversa di progresso ed un'inversione di corrente ad un sistema capitalistico occidentale è inevitabile. Il capitalismo definito come un sistema parassita del pianeta Terra che tramite l' uomo porta al consumo del pianeta e dell'uomo stesso.

L'Italia è una nazione che in tale prospettiva potrebbe rappresentare insieme a molte altre una sorta di leaderschip, tra i paesi del pianeta che più di tutti potrebbero riuscire a giovare o creare delle innovazioni in chiave eco-sostenibile. Dall' alimentazione all' energia, ma bisogna convertire, o creare, un'idea politica, non solo socio-economica, di sostenibilità. 

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